NUOVE PRATICHE DI APPARIZIONE AL PUNTO DI CONTATTO
ORTO BOTANICO DELL'UNIVERSITÀ DI PALERMO, 2022
Durante il lavoro su Persefone (clicca qui) che, come tema centrale, aveva l’emersione della temporalità del desiderio attraverso la tenuta del tempo biologico, la tintura del melograno ha dominato la scena del colore e del significato. Il colore del melograno così vicino al sangue, così carnale e così esangue nello stesso tempo, è stato usato con diverse tecniche, tra cui quella della battitura su lenzuolo per la realizzazione di un’opera imponente in cui veniva rappresentata su lenzuolo una vulva organica dal nome che richiama il libro mistico per eccellenza “Fiore della non conoscenza”.
Tiziana Cera Rosco, tenendosi al simbolo del tempo biologico femminile, ha affrontato così la ciclicità mensile legata alla conta delle stagioni che Persefone fa, perché da questa conta, da questo ciclo, dipendono la sua riemersione nel mondo dei vivi e il suo rientro in quello dell’oltretomba in cui lei è l’unica dotata di sangue, ossia di tempo terreste legato alla generazione e alla mortalità.
Tiziana Cera Rosco in questo libro riprende l’inizio del mito della dea, ossia quando lei, proprio seguendo un fiore (“stavo solo seguendo un fiore” dice) viene rapita da Ade, un dio invisibile che ha lo stesso nome del luogo che domina. In Sicilia c’è un posto in cui viene localizzato questo rapimento.
Ed è così che l’artista si reca proprio nel posto in cui la dea è scomparsa, il lago di Pergusa. La riemersione di Persefone è legata ad un desiderio vitale come reazione all’asfissia del mondo di sotto, e così Tiziana Cera Rosco proprio ritornando in quel posto, lo fa in maniera provocatoria, ossia lasciando rispirare una delle vulve dedicate alla dea. Lo stesso gesto verrà poi riproposto dentro l’Orto botanico di Palermo, durante la residenza (clicca qui), gesto che con più di 30 scatti rappresenta una topografia del posto tramite emersione. L’artista immagina infatti che nessuno sa dove apparire il desiderio che farà comparire Persefone tra i vivi, che può succedere in qualunque posto in qualunque istante.
In questo libro d’artista viene messa in luce tutta la matrice autobiografia del lavoro dedicato alla coppia Persefone e Ade, la radice dell’Erbario notturno (l’Anthurium) che è stato esposto al padiglione Tineo dell’Orto botanico di Palermo, e che da il sottotitolo al catalogo dedicato (clicca qui)